di Gianfranco Nerozzi
1. La visione iniziale
A un certo punto arriva la visione. Ti coglie all'improvviso, come un pensiero, un soffio dentro la sostanza morbida dei pensieri.
Immaginate un lampo. Un rapido flash in cui compare una scena semplice, niente di eclatante: in una stanza buia c'è un uomo rasato a zero e a torso nudo, voltato di spalle, la pelle tatuata di numeri 3 incisi a sangue, che guarda fuori dalla finestra. Come se stesse spiando qualcosa, qualcuno. Sul vetro sporco è posato un insetto. Una grossa vespa, scura...
Chi può essere quell'uomo? Cosa sta facendo? E perché?
Dalle risposte a queste tre domande sono nati due romanzi: prima Il cerchio muto e ora il suo prequel, che ho intitolato Continuum. Il soffio del male. Qualcosa che continua da prima, arrivando comunque dopo, dà l'idea dell'inderogabilità, e non solo del male (del suo soffio, per l'appunto). Ma anche dell'inevitabilità di tutte le cose, compreso l'amore.
La Passione che ci pervade ogni giorno per qualcosa che non passa, la febbre che arde nel nostro cuore e che ci consuma la mente in malinconie e sorrisi. Così come la paura che forma qualcosa dentro di noi, che si espande e cresce, fino a proiettarsi all'esterno. Un soffio silenzioso che colpisce e si propaga. Che non resta confinato. Un contagio dell'anima. Proprio come, a volte, può fare un libro, specialmente quando è folle e sincero, come questo. Un soffio che continua.
2. Il protagonista
Il protagonista di Continuum è un commissario di polizia, Francesco Negronero, capo di una squadra speciale che combatte il crimine organizzato, campione di arti marziali, idolo dei media, una sorta di eroe allo stato brado, forte, semplice e puro, assolutamente votato al compito di combattere il male e tutti i suoi derivati. Ossessionato dal tempo che passa, porta un orologio su ogni polso, uno giusto e uno sbagliato, come una versione temporale del concetto dello yin e dello yang, amore e odio, luce e buio... Tic tac... Tic tac...
Ha un figlio di quindici anni che adora e una bella moglie che non riesce più a comprendere. Vive una storia d'amore clandestina e struggente con una giovane collega. E combatte una battaglia senza esclusioni di colpi contro il suo nemico numero uno: il pericoloso boss di una holding criminale in odore di satanismo o peggio.
E poi, in seguito a una strana formazione tumorale nel cervello, Francesco viene colpito da una sorta di analgesia idiopatica e smette di sentire qualsiasi dolore fisico. Con pochi mesi di vita davanti a sé, tutte le sue certezze finiscono, così come le sue incertezze. E si ritrova da solo a combattere una battaglia persa in partenza.
Negronero è l'eroe, ma allo stesso tempo è l'antieroe, forte e debole, passionale e fragile, così accattivante da far male. Disperato quel tanto che basta per essere indimenticabile.
3. I luoghi del romanzo
Tre città. Tre location. I vertici di un triangolo.
Anche Continuum, come molti miei romanzi, è ambientato per lo più nella zona di Bologna e provincia... Però in una Bologna diversa, molto crepuscolare, una sorta di Gotham City emiliana: cupa e gravida di minaccia, città degli angeli e dei tortellini, Babilonia dei sogni infranti e pianeta proibito. Con le sue colline, le torri e i suoi tetti rossi. E la gente che passa, guarda e avanza. Provinciale e metropolitana. Un luogo perfetto per racchiudere la nascita di un incubo, partendo dall'odore dei tigli, per arrivare a quello minerale della morte e della follia.
Poi c'è una Palermo che aleggia, quasi fosse un presagio, per rivelazioni in odor di mafia e antichi segreti, ancestrale e minacciosa, sempre dietro l'angolo e incombente.
Infine una Città del Messico esotica e lontana. Riproduttrice di mostri e di fragilità.
I luoghi dell'orrore e i luoghi dell'amore. I luoghi di questa storia.
Un viaggio che non passa.
4. Il dolore e il tempo
Continuum è fondamentalmente una riflessione sul senso della sofferenza e della vita. Per non parlare della morte...
Due nemici che si affrontano: uno che non sente più nessun dolore fisico e l'altro che non prova la minima compassione e che infligge quindi dolore negli altri per completarsi un cuore diventato troppo insensibile. Due facce della stessa medaglia che cercano di compenetrarsi. Il buono e il cattivo, il bene e il male, opposti e inseparabili. Una sfida senza esclusione di colpi e che prosegue anche dopo la morte, in un soffio silenzioso. Un soffio che sfiora l'anima e la contagia fino a trasformare. Così le certezze scompaiono in fondo a un grido soffocato.
Quando cercavo faticosamente di scrivere e descrivere un personaggio colpito da analgesia, quando cercavo di immedesimarmi in lui, durante tutte quelle ore trascorse a fissare la mia immagine nel vuoto, ho compreso cose importanti: cioè come la nostra consapevolezza si basi su una mappatura fatta di dolore e paura. Ogni giorno, ora dopo ora, cerchiamo sollievo da uno stato di malessere. Dobbiamo conquistarci la redenzione fra gocce di sangue e smorfie, celebrando i sorrisi e i pianti, solo per non morire, giorno per giorno.
Con tutte quelle ore che passano e quei minuti che battono, senza tregua...
Credo fermamente che tutto ciò sia molto appassionante.
5. Un romanzo poliedrico
Continuum è un romanzo poliedrico, che accoglie tutti i generi senza sposarne nessuno in particolare. Continuum è un camaleonte, sfuggente e rotolante, Gli intoccabili versus Squadra antimafia, Paranormal Activity che incontra Stati di allucinazione. Il tutto con un pizzico di melò, con tanto di tresca amorosa e intrighi sentimentali.
Trovo che sia sempre interessante e costruttiva la contaminazione: un modo per rinnovare le cose e creare un quid di diversità. Però tutti gli appassionati di James Bond e dei suoi leggendari Martini dry sanno bene quanto sia fondamentale la differenza tra «agitare» e «mescolare». Alla fine, infatti, ne deve uscire un sapore unico, amalgamato, nuovo e intenso. Così nel romanzo abbiamo un commissario di polizia e la sua squadra, che combattono insieme contro l'organizzazione di uno spietato criminale. La prima parte del romanzo sembra un classico poliziesco, con una narrazione intensa e dura - a tratti persino spietata -, ma solo e unicamente al servizio di un thriller che sfocia spesso e volentieri nell'action. Una gangster story che usa la stessa pulsione di un serial killer movie... Prendete American Gangster e Il silenzio degli innocenti, mescolate (anzi «agitate») bene e otterrete una trama originale. Poi, come se tutto questo non bastasse, all'improvviso tutto precipita e tutto cambia... Nell'ultima parte, infatti, si affaccia un nuovo nemico da sconfiggere. Il nostro eroe dovrà trasformarsi in un fantasma per entrare e uscire dall'inferno e fregare il diavolo sul tempo, con un unico obiettivo: salvare quello che resta del suo cuore, cioè la moglie e il figlio e tutto quello che è stato e che avrebbe voluto diventare, i ricordi di una vita, i rimpianti per una morte.
6. La genesi del male
In Continuum ho voluto affrontare il tema della demonologia. Infatti c'è l'annosa questione etico filosofica che divide religiosi e atei su un concetto: il diavolo - personificazione del male - è un'entità vera e propria, una presenza che incombe, agisce e che esiste al di fuori di noi (come ha detto Paolo VI qualche tempo fa, invitando tutti a credere nelle presenza del maligno in quanto essere vivo e presente...)? Oppure il male è la parte oscura della nostra coscienza, il diavolo che è in noi, come recita una canzone di Zucchero, già...
Ragionando su queste due correnti etiche, ho voluto crearne una terza alternativa. Il male esiste al di fuori di noi, ma scaturisce dal nostro inconscio, dalla nostra ombra, dalla nostra metà oscura, dal subcosciente che si è alimentato di ossessioni e impossibilità.
Nel film Il pianeta proibito (che cito anche nel romanzo), il mostro da affrontare è la materializzazione dell'id, quindi incontrollabile, come sono a volte le pulsioni. Partendo da qui, ho creato il fulcro alla base della trama soprannaturale di questo romanzo. La chiave di lettura è il concetto di tulpa, cioè la materializzazione di un fantasma, di un demone... Il diavolo che è in noi, in lui... In tutti e in nessuno. Immaginario collettivo che crea e disfa.
Alla fine cambia poco. Occorre affrontare la nostra fragilità per salvarci e sperare in un momento migliore, un cielo più blu del solito.
Alla faccia delle tenebre.
Buona lettura!
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