di Ben H. Winters
Una casa perfetta è narrato dal punto di vista di Susan, un ex avvocato che ha deciso di dedicarsi alla pittura e alla famiglia. Com'è stato immedesimarsi nei panni di una donna?
È stato difficile, ma credo che essere maschio o femmina sia soltanto una piccola parte di ciò che ci definisce realmente come persone. In altre parole, è stato più complicato immedesimarmi con Susan perché non sono un avvocato, né un pittore, né una madre. Ma la cosa più impegnativa è stata dare voce a una persona che scivola verso la pazzia...
In questo tuo romanzo ci sono parecchi riferimenti a Rosemary's Baby, cosa ti ha ispirato?
Ira Levin era un maestro nel costruire la tensione: lentamente metteva in crisi la protagonista lasciandola assalire da dubbi sulla casa, sul matrimonio, sul bambino. La sua storia ti sconvolge perché la vivi tutta dal suo punto di vista. Inizialmente t'innamori della protagonista, poi vieni completamente rapito e provi le sue sensazioni: il suo sospetto, la sua paura, il suo terrore.
Una casa perfetta è un thriller psicologico ma contiene anche elementi mystery. Qual è il trucco per coinvolgere i lettori?
Il mio obiettivo era ambientare la storia in una quotidianità credibile, familiare a ognuno di noi, inserendo soltanto qualche indizio di ciò che sarebbe successo in seguito: una goccia di sangue, un rumore fastidioso, un vago senso di disagio. Insomma una grande cura nella costruzione di un mondo familiare realistico, prima che l'oscurità cominci prendere il sopravvento...
Le cimici dei letti sono ovunque e spuntano da ogni angolo della casa. Immaginiamo che tu ti sia documentato approfonditamente per poterli descrivere, qual è la cosa più sorprendente che hai scoperto su di loro?
È stupefacente quanto a lungo possano vivere senza un «ospite», ma soprattutto quanto velocemente si riproducano. Davvero, non ne avete idea!!
Hai per caso avuto qualche esperienza personale che ti ha ispirato a raccontare questa invasione?
No no, grazie al cielo! Immagino che nessuno vorrebbe avere a che fare con quegli insetti, ma vi assicuro che dopo tutta la ricerca che ho fatto per scrivere il libro, io davvero non voglio averci niente a che fare.
Hai la capacità di riuscire a scrivere sia romanzi per ragazzi che per adulti e con entrambi i generi hai ottenuto delle nomination all'Edgar Allan Poe Award e sei entrato nei primi posti della classifica del New York Times. Hai un approccio diverso in base al pubblico che leggerà le tue storie?
Ma certo, le differenze sono moltissime in termini di tono, vocabolario e contenuti. Però ci sono anche alcuni aspetti che accomunano entrambi. Infatti non importa quale sia il tuo pubblico perché qualsiasi lettore vuole e apprezza una solida struttura, un'attenta costruzione della tensione e dei personaggi coinvolgenti.
A cosa stai lavorando ora? Puoi raccontarci qualcosa?
Bella domanda. Attualmente sto lavorando sodo su una mystery novel ma sto pensando anche a una storia super avventurosa per ragazzi. Inoltre mia figlia vuole a tutti i costi che io scriva una storia di principesse, quindi vediamo cosa succederà!
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